(Anka mì sprechi diàlekt per vent Termoselekt! )


Và pararà sctrano...

I m’ann dii da fala altrimenti l’è come a tirà un gatt a cüü indrè sü na mochètt. Alura. Forza e coraggio.


CONVENZIONI DI SCRITTURA E PRONUNCIA

  • aa, ee, ii, oo, uu, si pronunciano come una sola vocale ma con un suono più prolungato come: sctaa, sctee, finii.

  • Due medesime consonanti, a fine parola, si pronunziano come una sola ma con un suono più prolungato: ciapinn, cilànn, brüss (pere).

  • La vocale accentuata a fine parola, o anche seguita da consonante si pronuncia con tono preciso e tronco: vol, sol.

  • L’ou, dittongo alla francese, si scrive e si pronuncia come una doppia uu: fiuu.

  • L’ ue, dittongo alla tedesca, si scrive e si pronuncia ü: cügiaa.

  • La o con i due puntini sopra, ö, si pronuncia con tono chiuso come: föra, föch (fuoco), fiöö.

  • L’accento grave sulla e, è, si pronuncia aperto come: tèra, guèra (alla romana).

  • Sc all’inizio e alla fine si pronuncia con un sibilo come in sciame: lasc per laccio.

  • Le due cc in fine parola, si pronunciano come in italiano si pronuncia eccitare: öcc, lacc.

  • Le due gg in fine di parola, si pronunciano come nella voce italiana: maggio: scmagg, beveragg.

  • La c e la g, in fine parola, si pronunciano come in italiano cacio, adagio : maag, fac.

  • La ch in fine parola si pronuncia come cappa o come ha scritto Dante: “Non avria pur dall’orlo fatto crich”.

  • La gl in fine parola si pronuncia come in italiano egli.

  • Gh’è, gh’ho, sono così scritti quando sono seguiti da verbi.
  • Gha, ghè, ghèl, ghén quando valgono per gli, ce, ci, glielo, ce nè.
  • Esempio: Non ce n’è più, non ce ne sono più: gha n’è piü’.

  • La gn in fine parola come in italiano pugno : pügn.

  • La gh finale si pronuncia come in figh (fico o pugno).

  • La sc con una 'c è una convenzione che serve per certe parole specifiche come sc'ciopp (fucile), sc'caion (pezzo di pietra).

  • Bisogna fare una certa attenzione, ma qui è una questione di lingua e di pronuncia, come ad esempio assé per abbastanza e asé per aceto.

  • J al posto delle due ii: jann, javevann, vöja, jeer.

Ho finii … stampila föra e tégnìla da part.

… Che barba disarii voialtri. Immaginévala par mi. Boja d’un mond ladar!

A riis e verz




di Federico Pedotti